Che differenza c’è tra infuso e tisana?

Una delle curiosità più battute sul web e inerenti il mondo delle bevande calde riguarda la differenza tra infusi e tisane. Spesso e volentieri questi due termini vengono utilizzati indistintamente per indicare una stessa cosa, ma non è propriamente corretto.

La differenza tra infuso e tisana è molto sottile tant’è che capita di parlare di essi utilizzando i due termini indistintamente per intendere una bevanda ottenuta dall’infusione, principalmente a caldo, di erbe. Non si tratta di una definizione del tutto sbagliata, ma se vogliamo essere precisi a seconda degli “ingredienti” che vengono impiegati possiamo individuare la principale differenza tra infusi e tisane.

Gli ingredienti di un infuso derivano tutti da una stessa pianta, comprendendo i suoi fiori e le sue foglie. Va da sé che in questa categoria rientrano, dunque, bevande come il tè, la camomilla, il karkadè e tutti quelli che noi de Gli Aromi in Piazza chiamiamo abitualmente “infusi monopianta”: calendula, menta, malva, lavanda, melissa, fiordaliso.
Nella tisana, invece, più piante officinali (minimo tre e massimo sei) vengono combinate tra di loro. I nomi di questi prodotti sono tra i più vari e solitamente fanno riferimento al beneficio che permettono di ottenere: talvolta non si sente nemmeno parlare di tisane ma bensì di “miscele” o “miscugli” proprio per dare l’idea della molteplicità di ingredienti impiegati.

Perché bere infusi e tisane?

Spesso si pensa al consumo degli infusi e delle tisane come un momento di relax che permette di staccare dalla frenesia della vita quotidiana, addirittura un vero e proprio rituale che non può mancare non appena le giornate si fanno un po’ più fredde. Scegliere un infuso piuttosto che una tisana presenta in realtà un’ulteriore differenza in termini di benefici.
Con l’infuso si ricorre alle proprietà associate a una sola pianta: per esempio, la camomilla solitamente viene consumata per le sue proprietà calmanti e rilassanti.
Con la tisana vengono somministrati i principi attivi delle piante impiegate al fine di ottenere una vera e propria infusione benefica, talvolta in affiancamento a cure specifiche. Ne consegue che le piante selezionate per la realizzazione delle tisane non sono scelte a caso: la composizione è molto precisa e solitamente presenta una pianta principale che fornisce il principio attivo benefico cui vengono abbinate altre piante che facilitano l’assorbimento della componente principale aumentando i benefici apportati all’organismo.

E il decotto?

Quando si parla di bevande calde a base di erbe può capitare di imbattersi anche nel concetto di decotto. In questo caso la differenza non è relativa alla composizione bensì alla preparazione.
A differenza degli infusi e delle tisane dove le piante vengono lasciate macerare in acqua calda, nei decotti gli ingredienti vengono fatti sobbollire nell’acqua e per questo essi sono generalmente resistenti al calore e duri (radici, bacche, rametti, ecc.). 
Considerata tale differenza a livello di preparazione, per un infuso o una tisana è sufficiente che le erbe rimangono a macerare per almeno 5 minuti, nel caso del decotto le parti dure della pianta vengono immerse nell’acqua ancora fredda che viene poi portata a ebollizione a fiamma bassa e il preparato viene lasciato sobbollire dolcemente per almeno 10 minuti.

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Gli Aromi in Piazza, aderendo al progetto delle PPL Veneto (Piccole Produzioni Locali) è tenuta a produrre presso il proprio laboratorio le ricette create e testate da esperti erboristi nominati dal progetto stesso e a utilizzare nomi prestabiliti associati a tali ricette.

I contenuti trattati in questo articolo si basano sull’uso popolare tradizionale e sulla letteratura scientifica. Quanto riportato, soprattutto sotto forma di consiglio, non è di natura prescrittiva o curativa, ma ha solo scopo informativo.