Le principali erbe da raccogliere in primavera

In primavera la natura si risveglia e anche la voglia di stare all'aperto, passeggiare e, perché no, raccogliere erbe stagionali. Quali scegliere e quali accortezze adottare?
Molte persone attendono con entusiasmo l’arrivo della primavera in quanto il clima mite che la contraddistingue permette di godere di più tempo all’aria aperta, meglio ancora se a stretto contatto con la natura. Anche l’ambiente campestre offre tante possibilità di immergersi con la natura circostante, la quale in questo periodo di rinascita si popola di molteplici erbe selvatiche rigogliose e sane che possono essere sfruttate per diversi scopi tra cui quello nutritivo.
Le erbe selvatiche che si possono raccogliere sono davvero tante, tra le più note troviamo: calendula, malva, tarassaco, cicoria selvatica, ortica, luppolo, borragine, ecc. Se ne consumano principalmente le foglie, crude in insalata o cotte o come ingrediente di minestre, frittate, risotti e pasta ripiena. Talvolta, come nel caso dei capperi, si consumano anche i fiori, aggiunti crudi nelle insalate o messi sott’aceto. In generale, le erbe primaverili che crescono spontanee nei campi sono ottime alleate della linea, avendo proprietà detossinanti, antiossidanti e rimineralizzanti.

Cosa devi sapere prima della raccolta

Prima di cimentarsi in questa attività di raccolta due raccomandazioni sono d’obbligo:
  1. non esagerare ed evitare di deturpare il territorio della sua ricchezza e biodiversità naturale;
  2. chiedere sempre il parere di un esperto, poiché vi sono piante commestibili che assomigliano ad altre che sono, invece, tossiche.
Magari nella tua famiglia hai la fortuna di avere ancora una nonna o un nonno che di questa pratica è avvezzo e può consigliarti cosa raccogliere e cosa lasciare al proprio posto. Sono da evitare, in quanto velenose: l’agrifoglio, la dafne, la dulcamara, l’erba morella, la cicuta maggiore (molto simile alle foglie di prezzemolo), la belladonna, lo stramonio comune, la pomidorella, i ranuncoli, l’oleandro, ecc.

L'ortica per unire l'utile al dilettevole

Tra le erbe menzionate, l’ortica merita sicuramente un piccolo approfondimento. Utile e versatile in cucina, l’ortica è ideale per risotti, minestroni, zuppe, vellutate e torte salate. Ma oltre al gusto, quest’erba sotto forma di tisana è anche portatrice di benessere in quanto funge da antistaminico naturale aiutando a contrastare le fastidiose allergie tipiche della primavera. L’ortica contiene una grande quantità di vitamine A, C, D, E e K, minerali, aminoacidi e antiossidanti, esercitando così un’azione disintossicante e diuretica e favorendo la circolazione sanguigna e la salute cardiovascolare. In tutto questo benessere ti ricordiamo però di utilizzare guanti o materiali protettivi nel raccogliere quest’erba, per evitare così fastidiose irritazioni.

Dente di leone o tarassaco

Vi risparmiamo uno dei modi dialettali tipicamente veneto di nominare quest’erba 😉 Il tarassaco fiorisce a inizio primavera o, comunque, non appena le temperature cominciano a diventare più miti. E’ un’erba spontanea ricca di vitamine e sali minerali e cresce principalmente in luoghi erbosi, nei prati e ai bordi delle strade. Ha potere depurativo e proprietà diuretiche, digestive e toniche, pertanto è ottimo da consumare sotto forma di tisana.

La malva per le vie respiratorie

La malva è una delle erbe spontanee più conosciute e facilmente riconoscibili per le sue ampie foglie verdi e i fiori violacei dalle splendide sfumature. Cresce spontanea in pianura e collina, nei campi incolti e sui bordi delle strade nelle regioni a clima temperato. La malva è tra le erbe selvatiche edibili più raccolte per via delle sue proprietà terapeutiche: è, infatti, un valido alleato per le vie respiratorie e le mucose del corpo grazie all’alta concentrazioni di mucillagini dall’azione protettiva e lenitiva in caso di infiammazioni ai bronchi e al cavo orofaringeo, tosse secca e grassa. Oltre a essere consumata sotto forma di infuso, le foglie di malva possono essere aggiunte a minestre, zuppe, fruttate e risotti oppure mangiate crude in insalata.

A supporto delle donne: la borragine

La borragine è una pianta che cresce spontanea in molte zone d’Italia; la si riconosce per i suoi fiori di un caratteristico colore blu, a forma di campanula che volge verso il basso. Anche questa pianta ha molte proprietà benefiche: oltre a essere un ottimo febbrifugo e possedere proprietà antinfiammatorie, la borragine è anche un riequilibrante del sistema ormonale femminile: utile in caso di ciclo irregolare, cisti ovariche e dolori mestruali. In cucina, questa pianta è molto apprezzata nelle insalate o nelle frittate e torte salate.

Calendula, alternativa allo zafferano

Il fiore di calendula si presenta come una margherita dall’ampia corolla di colore giallo-arancione che fiorisce a partire da maggio. Questa pianta era già utilizzata dai Romani per colorare di giallo le pietanze: un’alternativa all’effetto ottenuto più comunemente con lo zafferano. La calendula nasce spontanea in tutta Italia, in particolare nelle regioni meridionali, ai margini dei campi, nei vigneti e ai bordi delle stradine di campagna. Si tratta di una pianta ricca di principi attivi, nota soprattutto per l’azione regolatrice del flusso mestruale e per le proprietà cicatrizzanti.

Nel fare buon uso di questo piccolo vademecum, ti ricordiamo di porre attenzione durante la raccolta e se non sei in grado di riconoscere la pianta lasciala al suo posto!

I contenuti trattati in questo articolo si basano sull’uso popolare tradizionale e sulla letteratura scientifica. Quanto riportato, soprattutto sotto forma di consiglio, non è di natura prescrittiva o curativa, ma ha solo scopo informativo.